MAESTRI AVANGUARDIE DERIVE DEL TEATRO CONTEMPORANEO, III EDIZIONE. dal 16 al 26 settembre
Inizia domani, venerdì 16 settembre, la rivoluzione della rassegna di teatro contemporaneo curata da Lorenzo Gleijeses. Con una sorta di severo monito, dogma o speranzosa promessa, a seconda dei punti di vista, in calce al materiale di presentazione dell’evento: «Je est un autre» (A. Rimbaud). La citazione, se la memoria non ci inganna, è da Une Saison en Enfer – Lettera a Paul Demeny, 15 maggio 1871, dove tuona uno scacco all’Io, che rimane smarrito, che è un altro. Forse Lorenzo Gleijeses vuole invocare uno scacco all’Io come necessità dell’altro, dell’alterità e della relazione? Vuole che questo Io è un altro sia non l’addio alla poesia, il documentare una crisi senza risolverla – come è in Rimbaud – ma il ristabilire una poetica della relazione? Rimbaud procura sempre grosse scosse, col suo delineare qualcosa di inafferrabile ed atroce, una crisi, alimentata dalla società del suo tempo. Rimbaud è lui stesso una rivolta/rivoluzione: innata, di natura sociale, familiare, poetica e traccia una direzione da seguire. Costruisce attorno al tema della dissoluzione del mondo e della caduta dei valori della sua società un viaggio onirico nell’inferno, lo stesso che la società costruisce attorno a coloro che Rimbaud definisce i “veggenti”, personalità toccate dalla virtù e dalla condanna di comprendere prima e per gli altri. E ci permettiamo di pensare che Lorenzo Gleijeses con questa citazione voglia anche ricordare quanto il teatro sia “veggente” e debba, oggi, continuare a non aver paura di esserlo, anche per non sprecare il suo ruolo e valore; e quanto debba essere in grado di osservare il proprio contemporaneo e scegliere la propria posizione in esso.
Sono infatti molteplici gli sguardi sul nostro tempo di Revolution Mad 2011 che, con una rassegna dentro la rassegna, quella dedicata alla Danza contemporanea africana, volge anche l’occhio e la riflessione sull’impatto delle rivolte che hanno incendiato il Mediterraneo e l’Africa. É un vero e proprio focus sulla danza contemporanea in Africa e nel Maghreb realizzato in collaborazione con l’Accademia di Francia di Villa Medici e con France Danse. É il lavoro di diverse generazioni di artisti vivaci e innovativi, portatori di un’alterità preziosa, che con la loro presenza e arte propongono una revolution de la rélation, un desiderio di spingersi oltre nell’indistinguibilità dei generi, rifiutando la necessità dei confini che li delimitano con la pretesa di crearne di nuovi, aspirando a una comunità di linguaggio che oltrepassi la barriera delle lingue.
Entrando nel vortice e riemergendo “dal ventre violetto dei fondali marini”, traghettando queste storie al centro della zona rossa del potere di Roma, per metterle a confronto con alcune delle proposte più radicali del panorama nazionale e con consolidati, ma sempre più palpitanti, percorsi di ricerca scenica. Senza tralasciare Maestri indiscussi della tradizione globale e della performance contemporanea.
Tre giorni, 19, 20 e 21 settembre, e otto danzatori in altrettante solo performance di cui firmano anche la coreografia: Radhouane El Meddeb già consacrato nel ’96 dall’Institut International de Théâtre «giovane promessa del teatro tunisino», raffinato autore e interprete che opera al confine tra il teatro e la danza, che ha lavorato nel suo Paese con i pionieri del teatro tunisino e del mondo arabo: Fadhel Jaîbi, Taoufik Jebali e Mohamed Driss,ed in Francia, con registi come Jacques Rosner, LotfiAchour e Catherine Boskowitz; Kettly Noël, haitiana trapiantata in Mali, coreografa e performer che ha ripercorso al contrario le tappe della diaspora africana dai Caraibi francesi, autrice di coreografie rigorose e crudeli che non disdegnano l’affondo civile e politico; Nelisiwe Xaba, eclettica danzatrice sudafricana, formatasi tra gli USA e Londra, abituata da sempre all’esplorazione dei territori multimediali attraverso la collaborazione con visual-artist, musicisti, fashion-designer, registi teatrali e televisivi; Ahmed Khemis un fuoriclasse della sua generazione che dal beat delle strade di Algeri, all’incontro con la danza contemporanea a Tunisi fino all’approdo nelle scuole di Parigi, ha conservato un approccio caratterizzato da una fisicità estrema e il tratto distintivo di un profondo legame con le radici culturali d’origine; per finire con i giovanissimi Aly Karembé, Junior Zafialison, Seifeddine e Oumaima Manaï, rispettivamente dal Mali, dal Madagascar e dalla Tunisia gli ultimi due. Il pubblico di Revolution Mad potrà così osservare tutto il talento del continente africano, oggi in pieno fermento, con l’ascesa di artisti, coreografi e interpreti che hanno abbattuto le barriere tra modernità e tradizione, aprendo la strada a nuove forme d’espressione. Per la maggior parte di loro questa rappresenta una vera e propria iniziazione su di un palcoscenico italiano.
E il programma prosegue ricco di appuntamenti tra discipline e artisti eterogenei, portatori di poetiche estreme che nascono e si trasformano nella ricerca dell’innovazione dei diversi linguaggi.
La vocazione musicale di Revolution MAD, come la sua attenzione alla club culture, è confermata e rinnovata da una presenza e ospitalità d’eccezione Scratchy Sounds “Myers”– The Rock and the Roll of the World – già dj con The Clash, Iggy Pop, JohnSpencerBlues Explosion, Blondie e The Ramones. Porterà Revolution MAD verso territori ed esperienze nuove, veri e propri party-concerto che andranno avanti da fine spettacolo per tutta la notte. E uno show radiofonico, ed in carne e ossa nel dopoteatro, farà arrivare da Londra e da un altro mare le leggendarie e vibranti selezioni di quello che è definito lo “sciamano della musica”.
Domani sera, venerdì 16 settembre, alle ore 21, è in scena Cerimonia di Lorenzo Gleijeses. Un work-in-progress. Una ricerca d’identità attraverso il teatro che diventa perdita d’identità. Un universo di frammenti generato dall’esplosione di molteplici forme espressive, dallo sguardo verso le derive del teatro e le distorsioni grottesche della società dello spettacolo nel suo stadio più avanzato.“Segnali tra le fiamme” di una metodica autocombustione. www.lorenzogleijeses.com. Lo spettacolo sarà in scena il giorno dopo, sabato 17 settembre, all’interno dell’altro Festival romano Short Theatre 2011, a suggellare una collaborazione programmatica e non casuale, che evidenzia un’affinità di intenti ed alcuni orizzonti condivisi tra il giovane Revolution MAD e l’ormai classica manifestazione diretta da Fabrizio Arcuri.
Sempre venerdì 16 settembre, alle ore 22, è la volta di T.E.L., fanny & alexander / tempo reale ancora uno sguardoal mondo arabo attraverso l’occhio psichedelico di un agentesegreto, militare, archeologo e scrittorebritannico. Detournement della storia singolare e affascinante di Thomas Edward Lawrence (Lawrence D’Arabia), lo spettacolo avrà come curiosità ulteriore il fatto di avvenire in contemporanea in due diversi spazi attraverso l’utilizzo di un collegamento satellitare. Per l’occasione il Teatro Quirino e il Teatro India di Roma, con le rispettive rassegne Revolution MAD e Short Theatre, nelle due serate di performance, si scambieranno gli interpreti dell’innovativa messa in scena. Due attori, collocati in due luoghi diversi della città (uno al Teatro Quirino e uno al Teatro India), lontani nello spazio, forse anche nel tempo, ma in collegamento continuo tra loro daranno vita a un dialogo a distanza. Due pubblici differenti saranno testimoni simultanei del loro possibile-impossibile confronto … I due attori si scambieranno poi di luogo, per rendere possibile a chi lo voglia la visione completa con l’altra faccia della medaglia di quel dialogo tra due lontananze. Parte integrante dello spettacolo è il progetto sonoro e la gestione di una superficie di controllo delle voci e dei suoni, frutto della ricerca di Tempo Reale nell’ambito dei sistemi interattivi per il teatro sonoro. http://www.fannyalexander.org– www.temporeale.it
Dal 19 al 21 settembre ha luogo la tre giorni dedicata alla danza contemporanea africana.
Lunedì 19 settembre
Ahmed Khemis presenta voyage des poussières. Nessuna scenografia, nessuna regia, niente giochi di luce: tutto è fatto con il corpo. Le polveri, in scena come unapresenza leggera, come una pioggia di elementi invisibili, si depositano sul corpo per dirigerlo, addolcirlo, fortificarlo e condurre lo spirito in un viaggio.
Ahmed Khemis (Algeria – Tunisia) danzatore hip hop algerino, si unisce all’età di 9 anni alla compagnia tunisina Sybel Ballet Théâtre diretta da Syhem Belkhodja con la quale rimane per 11 anni. Nel 2002 è il primo tunisino ad essere ammesso all’Ecole Supérieure du Centre National de Danse Contemporaine d’Angers. Nel 2005 balla per la compagnia Montalvo Hervieu e per la compagnia Georges Monboye ed interpreta una creazione dei coreografi Salia Sanou e Seydou Boro al festival Suresnes Cité Danse. Attualmente è in tournée con la compagnia Akram Khan in Vertical Road.
Kettly Noël proponeje m’appelle fanta kaba. Un momento intimo, privato, personale con Fanta Kaba intorno ad un lavoro fotografico e ad accessori che rappresentano l’universo quotidiano di questa donna. Una risata, un profumo, una piuma, un fazzoletto, un riflesso, un’immagine, un feticcio.
Nata a Port-au-Prince, Kettly Noël (Mali) inizia il suo percorso artistico formandosi nella danza tradizionale ad Haiti e segue successivamente una formazione di danza contemporanea in Francia. Nel 1999 si trasferisce a Bamako e partecipa alla creazione della Jeune Compagnie Malienne de Danse Contemporaine. Nel 2000 fonda la compagnia Donko Séko, che ogni anno, dal 2003, realizza il festival internazionale di danza contemporanea di Bamako, Dense Bamako Danse, al fine di promuovere la creazione coreografica africana. A Bamako, Noël ha inoltre fondato il centro di formazione coreografica L’Espace.
Martedì 20 settembre
Radhouane El Meddeb danza pour en finir avec moi. Raccontarsi, mettere in scena il proprio corpo, lasciare scoprire la propria sensibilità, i propri sensi, la differenza e l’indifferenza. Lo spettacolo Pour en finir avec MOI è un racconto intimo, in cui il danzatore si ritrova e si situa nuovamente nella danza, ritrovando il piacere intenso della scena, del ballare e dell’interpretare.
Radhouane El Meddeb (Tunisia-Francia) si è formato all’Istituto Superiore d’Arte Drammatica di Tunisi. Nel 1996 è consacrato “giovane speranza del teatro tunisino” dalla Sezione Tunisia dell’Istituto Internazionale del Teatro ed è chiamato, come attore, all’interno dell’atelier di formazione e ricerca del Théâtre National di Tolosa sotto la direzione di Jacques Rosner. Ha lavorato, nel suo Paese con i pioneri del teatro tunisino e del mondo arabo contemporaneo: Fadhel Jaîbi, Taoufik Jebali e Mohamed Driss; in Francia con registi come Jacques Rosner, Lotfi Achour e Catherine Boskowitz. Da Gennaio 2011 è artista associato del 104-Centquatre.
Nelisiwe Xaba porta plasticization un’accurata visione critica del corpo contemporaneo che diventa plastica, non solo in senso estetico, ma anche per la maniera in cui gli umani interagiscono oggi: non si toccano, non mostrano i loro corpi, isolando il proprio «corpo di imperfezioni e disfunzioni», lontani dalla gioia di essere realmente «naturali»?. Un corpo che tocca gli altri solo attraverso una protezione plastica e che diventa un grande sacchetto di plastica dal quale le braccia e le gambe fuoriescono a toccare il «pericoloso» mondo esterno. Nelisiwe Xaba riesce a metterci faccia a faccia con il nostro, ancora (inconsciamente?) presente gusto bianco coloniale per il voyeurismo esotico. Una constatazione che l’Arte occidentale bianca ha molto da imparare, aldilà del suo orgoglio di apparente superiorità.
Nata a Soweto, Nelisiwe Xaba (Sudafrica) ha studiato alla Dance Foundation di Johannesburg. Nel 1996 riceve una borsa di studio per il Ballet Rambert a Londra. Nel 1997, si unisce alla Pact Dance Company e lavora in collaborazione con la coreografa sudafricana Robyn Orlin, l’artista plastico Rodney Place e la regista Sophie Loucachevsky. Dal 2001, Nelisiwe Xaba è anche coreografa dei propri lavori.
Mercoledì 21 settembre sul palco del Teatro Quirino, dalle ore 17, si alterneranno: Scratchy sounds, The rock and the roll of the world programma radio trasmesso in diretta dal Teatro Quirino di Roma su www.wirelessfm.net; Seifeddine Manaï, Aly Karembé, Oumaima Manaï, Junior Zafialison.
Negli spazi e nel clima della rassegna il collettivo Zapruder filmmakers group presenterà due diversi progetti, giovedì 22 settembre, All Inclusive, alle ore 21, proiezione stereoscopica in 3-D, incentrata sul tema del lavoro, della perdita e compensazione d’identità attraverso il lavoro. Già presentata alla 67° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è una tipica espressione di ciò che lo stesso collettivo definisce Cinema da Camera, quasi una sorta di cinema tattile, una forma di teatro immateriale; e Spell, concerto per tennis da tavolo, in anteprima alle ore 23, componimento misto,a ricalcare la natura sfaccettata dello stesso lemma da cui muove. Spell infatti corrisponde ad incantesimo, formula magica, malia, ma è anche un lasso temporale, un momento, ciò che in meteorologia viene indicato come ondata, ed è il compitare una dietro l’altra le lettere che compongono una parola. Il collettivo, dunque,spalanca le porte a tutti quei linguaggi che affiorano sui confini e dentro le pieghe della performance, ambienti sonori, visioni ed esperimenti sensoriali. Il lavoro di Zapruder filmmakers groupriguarda l’immagine in movimento e si insinua nella zona interstiziale tra arti visive performative e cinematografiche. Dal 2005 il gruppo esplora ed applica i principi delle tecniche stereoscopiche per la produzione di film e installazioni che recuperano le tecniche del cinema 3-D, progettando e costruendo sia i dispositivi di ripresa stereoscopica sia quelli di visione. http://www.zapruderie.com/
L’eccezionale Danio Manfredini è protagonista la sera del 23 settembre con lo storico Tre studi per una crocifissione dovesi confronta con l’esplorazione di due mostri sacri della drammaturgia europea contemporanea come R.W. Fassbinder e B.M.Koltés e con la nuda vita incarnata dai loro personaggi. Ispirandosi all’omonima opera pittorica di Francis Bacon, in tre dipinti accostati uno all’altro, Manfredini ci mostra tre figure che evocano la drammatica condizione di “soggetti appartenenti al mondo contemporaneo”.
“Lontano dal voler riprodurre in maniera pittorica l’opera di Bacon, mi sono proposto di inventare tre soggetti teatrali che ritraggono la condizione drammatica di tre personaggi del mio tempo. (I quali) mostrano nell’evidenza del loro dolore, nell’impossibilità di nasconderne i segni, nella loro disperata euforia, le ferite nascoste dell’esistenza.” (Danio Manfredini) www.corteospitale.org
Kalamandalam Karunakaran uno dei più importanti danzatori dell’antica arte del Kathakali, capace di ricoprire tutti i ruoli della tradizionale danza sacra, ha dedicata la serata del 24 settembre nella quale si potrà assistere alla Redenzione di Poothana.
Kalamandalam Karunakaran figlio di una famiglia di attori Kathakali, si è diplomato al Kerala Kalamandalam, la prestigiosa accademia teatrale fondata nel 1930 dal poeta Vallathol Narayana Manon. Dopo aver insegnato per diversi anni all’International Centre for Kathakali di New Delhi, il maestro Karunakaran nel 1978 si è trasferito a Parigi. In tutti questi anni con la sua attività didattica ed artistica ha dato un forte contributo alla diffusione della conoscenza del Kathakali in Europa. Ha collaborato con alcuni dei maggiori protagonisti della scena teatrale occidentale: Peter Brook, Ariane Mnouchkine, Bartabas.
Nella stessa serata, alle ore 22, va in scena Cosmesi una produzione 2011 con CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con Quirino Revolution MAD. Una riflessione su come tutto il contemporaneo che viviamo e il provvisorio su cui riflettiamo possa relazionarsi davvero con quello che è il teatro, edificio permanente e strutturale, luogo dello spirito e della cultura?!?
Le ultime due giornate della rassegna vedono uno straordinario Peppino Mazzotta, domenica 25 settembre, che mette in scena e interpreta Radio Argo: una voce, sola, catturata da un microfono e lanciata nella notte vaga di ripetitore in ripetitore alla ricerca di orecchie che vogliano sentirla; una voce come il fuoco impetuoso e affannato che rimbalzò da Troia fino ad Argo, su valli, colli e montagne, per annunciare, ad occhi che volessero vedere, il ritorno vittorioso della flotta Greca. l’inconciliabile scontro tra la bestemmia malata del potere e il disperato canto di redenzione di chi il potere lo allontana; e, lunedì 26 settembre, chiude la III° edizione di Revolution MAD un Maestro indiscusso, Xavier Le Roy, che sviluppa il suo lavoro come un ricercatore, focalizzandosi simultaneamente sulla relazione tra processo e prodotto e sul proprio coinvolgimento nel processo, che attraverso i suoi lavori in solo ha aperto nuove prospettive alla danza e il cui approccio individuale ha radicalizzato il discorso accademico sul corpo e sull’arte coreografica. Nell’ Ottobre 2009, dopo uno scambio di e-mail con Boris Charmatz, Xavier Le Roy – www.xavierleroy.com – creò una performance dal titolo Xavier makes some Rebutoh. Risultato di una ricerca compiuta dal coreografo durante il tempo libero, questo prodotto poteva essere definito come un lavoro amatoriale. Product of other circumstances, il prosieguo di questa esperienza, è un metodo di circostanze, uno spettacolo da cantastorie, la narrazione di un lavoro illustrata attraverso i tentativi di avvicinarsi e incarnare una danza straniera usando risorse universalmente disponibili come internet, alcuni libri, ma anche semplici aneddoti e ricordi. Al Quirino porta proprio il recente Product of Other Circumstances in cui si esplorano più esplicitamente i diversi modi di relazione tra spettatori e performer.
Una dichiarazione di poetica per la rassegna di Lorenzo Gleijeses.
Federicapaola Capecchi
Milano Arte Expo seguirà il Festival, intanto buon viaggio, buona navigazione.
“Relazione di tempeste e di bonacce profonde in cui onorare le nostre barche. Le nostre barche sono aperte le navighiamo per tutti.” Edouard Glissaint
Teatro Quirino-Vittorio Gassman
via delle vergini n°7
00187 Roma
biglietteria
orario lunedì – sabato 10-19
tel +39 06/6794585
info
tel 800013616 fax 06/6791346
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