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Se la Piccola Russia incontra l’Eroica: Pëtr Il’ič Čajkovskij Sinfonia n. 2 in Do minore op. 17 Piccola Russia Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 3 in Mi bemolle maggiore op. 55 Eroica (versione Mahler)

foto Xian Zhang credits Marco Biancardi

Xian Zhang – credits Marco Biancardi

Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi,  Direttore Zhang Xian. Dopo una lunga trasferta in Estremo Oriente, il Maestro Zhang Xian, Direttore Musicale de laVerdi, torna sul podio dell’Auditorium di Milano per dirigere l’Orchestra Verdi in una accoppiata Čajkovskij-Beethoven dal fascino irresistibile e dal richiamo universale.> c. stampa > Appuntamento per questo 32° programma del cartellone della stagione sinfonica giovedì 10 (ore 20.30), venerdì 11 (ore 20.00) e domenica 13 maggio (ore 16.00), all’Auditorium di Milano in largo Gustav Mahler (info e prenotazioni: 02.83389401/2/3, www.laverdi.org). Performance da non perdere, dunque, con due pilastri della musica tout court: si parte con la Sinfonia n. 2 di  Čajkovskij, denominata Piccola Russia da Nikolay Kashkin, noto critico musicale dell’epoca e amico personale del compositore, per la presenza di temi popolari ucraini, per proseguire nella seconda parte del con un “affondo” nel mondo musicale e culturale tedesco, con la Sinfonia n. 3 Eroica – versione orchestrata da Gustav Mahler – del genio di Bonn. Insomma, un concentrato ad alta gradazione di emozioni garantite, grazie a due perle tra le più luminose del repertorio classico ottocentesco. >> 

 

Giovedì 10 maggio, ore 18.30

INCONTRO

Ottava conferenza del ciclo “Storia della musica russa”

Relatore: Fausto Malcovati

Programma

La Sinfonia n. 2, iniziata nell’estate del 1872, fu portata a termine all’inizio dell’anno successivo ed eseguita per la prima volta, con grande successo, a Mosca il 26 gennaio 1873, sotto la direzione di N. Rubinstein. Nel 1879-80 Čajkovskij ne curò una profonda revisione, modificando soprattutto il movimento iniziale. La sinfonia si apre con una introduzione lenta (Andante sostenuto), dominata da un’accorata melodia del corno; la stessa melodia, basata su una variante della canzone popolare ucraina La nostra madre Volga, ritorna nello sviluppo del successivo Allegro vivo, creando un efficace contrasto fra il primo tema, molto incisivo, e il secondo gruppo tematico, di tono più lirico. Il secondo tempo, Andantino marziale, quasi moderato, utilizza una marcia nuziale inizialmente composta per l’opera Undine (mai portata a termine); mentre il terzo movimento , Scherzo (Allegro molto vivace), è un brano ricco di vitalità e colore, con un Trio di carattere popolaresco. Il tema principale, con cui si apre il Moderato assai finale subito Allegro, è tratto da una canzone ucraina intitolata La gru, rielaborata con maestria, e si combina con un secondo tema melodicamente più disteso dall’andamento di danza. La presenza dei temi popolari ucraini spiega il sottotitolo della sinfonia.

La Terza Sinfonia fu composta tra il 1802 e i primi mesi del 1804 e dedicata al Principe Lobkowitz, presso il cui palazzo viennese avvennero le prime esecuzioni in forma privata nell’agosto del 1804; la prima esecuzione pubblica fu diretta dallo stesso Beethoven al teatro An der Wien il 7 aprile 1805. Il titolo originario Bonaparte fu sostituito alla notizia dell’incoronazione di Napoleone a imperatore con la denominazione Sinfonia eroica composta per festeggiare il sovvenire di un grand’uomo.

Frutto di un lavoro amplissimo di elaborazione, revisione e trasformazione, la Terza Sinfonia segna un’epoca non solo nella creatività beethoveniana ma in tutta la storia della sinfonia e della musica strumentale. E’ infatti l’opera capitale della giovinezza di Beethoven, posta alla confluenza di molteplici sollecitazioni: l’ammirazione per Bonaparte, il superamento della crisi provata per la constatazione della sordità irreversibile, la coscienza di un enorme talento produttivo. Lo studio della messe di abbozzi e appunti sembra suggerire che l’opera sia nata a ritroso, a partire dal finale, basato su un tema già sfruttato nel balletto Le creature di Prometeo (n. 16) e poi saggiato a fondo in una serie di Variazioni (op. 35). Dalle relazioni tonali stabilite da questo tema deriva anche il tema fondamentale del primo movimento (Andante con brio); il contrappunto, in questo primo movimento come in tutta la sinfonia, ha un impiego eccezionale (sull’esempio della sinfonia Jupiter di Mozart), e in qualche modo si pone come linguaggio illustre, storico, che solleva il dato contingente verso l’apodittica bellezza della classicità. La Marcia funebre compendia la passione degli anni rivoluzionari per le marce funebri, quasi versioni liriche en plein air della Messa da Requiem cattolica. Lo Scherzo, con la sonorità staccata e leggera degli archi in pianissimo, inventa un tipo sonoro nuovo, rimasto simile fino allo Scherzo della Nona Sinfonia e poi sfruttato in età romantica da Mendelssohn e Schumann. Nel Trio, i tre corni sovrapposti in triadi richiamano ancora una volta la base tematica della sinfonia, la sostanza grezza, che tanto più fa risaltare la novità della costruzione. Nel Finale Beethoven combina varie forme: tema con variazioni, forma-sonata, rondò, tutto convogliando fra gli opposti argini stilistici dell’aulicità contrappuntistica e della danza o festa popolare, radice mai smentita del tema maturato fra Le creazioni di Prometeo e le Variazioni.

Ecco un estratto dall’intervento di Enzo Beacco a commento della “Versione Mahler” dell’Eroica:

“Solipsismo: concentrazione su se stesso, convinzione di essere comunque meglio di ogni altro, Beethoven compreso. Oppure spirito di servizio: adeguamento dell’originale a risorse rese disponibili dai tempi moderni, attenzione per un nuovo tipo di pubblico, volontà di servire lo spirito di un lavoro e non la lettera fissata sulla carta. Sono due modi diversi di leggere l’intervento di un interprete su un’opera d’arte in sé compiuta. Che possono non essere antitetici. Forse entrambi guidano il direttore d’orchestra Gustav Mahler quando mette mano alla partitura della Terza Sinfonia  di Beethoven: raddoppia il peso dei corni e i volumi degli ottoni, aggiunge un clarinetto in mi bemolle, cambia le dinamiche, inserisce una parte di timpano e rinforza la sezione degli strumentini. Il tutto per dare maggiore forza al momento cruciale del primo movimento, quando la dialettica dello sviluppo porta a un nodo armonico che sembra inestricabile e che invece Beethoven risolve con un tocco magico che cambia la storia della musica.

“Già Wagner preceduto da tanti altri (Beethoven per primo, vien da dire) aveva notato questo passaggio. Mahler vuol fare di più. Cambia la partitura. Non è una cosa da poco, non è la cosmesi che in fondo tutti i grandi direttori operano sui classici sinfonici, per lasciare il proprio segno. A suo modo è una provocazione. Mahler sceglie appunto l’Eroica, nella sua personale versione, per il debutto come direttore stabile dell’orchestra Filarmonica di Vienna, il 6 novembre 1898. Intende dare una scossa al modo di suonare a suo avviso piatto e ingessato consentito dal suo predecessore, il pur glorioso Hans Richter. Si fida della sua lunga esperienza. L’Eroica è un caposaldo del suo repertorio, diretta per la prima volta ad Amburgo nel 1893 e ripresa più volte, dopo Vienna, anche a Parigi, Roma, San Pietroburgo, New York. Ne ha una concezione drammatica, che sottolinea anche nei numerosi altri interventi che dissemina nella gran partitura. È convinto di interpretare lo spirito di Beethoven e di potersi permettere di andare oltre la lettera, oltre il testo scritto. Fa così da tempo, anche con la Nona, con la quale debutta nel 1886 a Praga, rinforzando soprattutto i volumi sonori del finale. Interviene con tagli e modifiche varie sulla Settima. Amplia la Quinta. Sono ‘ritocchi’ importanti, anche se minori rispetto a quelli che applica alle sinfonie di Schumann e di Schubert, alle opere teatrali di Mozart e Weber, di Wagner. Il caso dell’Eroica a Vienna suscita però le polemiche maggiori”.

Biografie

Nel 2011-2012 Zhang Xian è Direttore Musicale de laVerdi (Orchestra Sinfonica diMilano Giuseppe Verdi) per la terza stagione consecutiva, carica recentemente confermata fino alla stagione 2014-2015. Zhang Xian è inoltre Direttore Artistico della NJO/Dutch Orchestra e dell’Ensemble Academy, con cui ha tenuto il suo primo corso estivo nell’agosto 2011.

Prima di tale incarico, è stata Direttore Associato della New York Philharmonic (prima titolare della Arturo Toscanini Chair) per tre anni, dopo esserne stata Direttore Assistente.

Sempre più richiesta come direttore ospite in Europa, tra i suoi futuri impegni ricordiamo le esibizioni con i Wiener Symphoniker, l’Orchestre Philharmonique de Radio France, così come conla London Symphony, Oslo Philharmonic, Royal Stockholm Philharmonic, BBC Scottish Symphony e Gothenburg Symphony Orchestra. Inoltre tornerà a dirigerela Royal Concertgebouw Orchestradi Amsterdam nel 2013-2014.

Nonostante ora abiti di base proprio a Milano, mantiene rapporti continui e continuativi con il Nord America. Gli impegni della scorsa stagione negli Stati Uniti hanno incluso, tra l’altro,la National Symphony Orchestradi Washington ela Chicago Symphony Orchestra, mentre il calendario della presente e della futura stagione prevede esibizioni con le orchestre sinfoniche di New Jersey, Cincinnati, Pittsburgh, Seattle, Atlanta e Indianapolis. Significativo è il un forte legame con l’orchestra della Juilliard School e di recente ha presentato la prima mondiale di un nuovo lavoro di Augusta Read Thomas al Lincoln Center di New York City.

Come direttore d’opera, Zhang Xian ha fatto un sensazionale debutto con La bohème per la English National Opera nella primavera 2007, dove ritornerà nella Stagione 2013-2014. Ha diretto Turandot a Beijing nel maggio 2009. Debutterà con la De Nederlandse Opera nel gennaio 2012 in una rappresentazione con due opere e la regia di Robert Lepage: Renard e Le Rossignol di Stravinskij. Impegni futuri includono il suo debutto al Teatro alla Scala nella Stagione 2013-14 e recite di Turandot allo Schleswig Holstein Festival nell’estate 2012.

Zhang Xian ha promosso compositori cinesi, in particolare le opere di Chen Yi (tra cui Momentum). Nel maggio 2008 ha completato un grande tour della Cina con sei concerti con l’Orchestra della Juilliard School, tour durante il quale Ge Xu di Chen Yi è stato rappresentato a Shanghai, Beijing e Suzhou. Ha anche diretto Fanfare di Huang Ruo conla New York Philharmonic. Farà ritorno in Cina nell’aprile 2012 per dirigerela China Philharmonic ela Guanghzhou Symphony.

Nata a Dandong in Cina, Zhang Xian ha debuttato professionalmente a vent’anni con Le nozze di Figaro alla Central Opera House di Beijing. Si è formata al Conservatorio Centrale di Beijing, ottenendo sia la Laurea sia il Master of  Music; in seguito, ha insegnato direzione d’orchestra, prima di trasferirsi negli Stati Uniti nel 1998.

La vittoria al Maazel/Vilar Conducting competition nel2002 hadefinitivamente lanciato la sua carriera internazionale.

 

Auditorium di Milano Fondazione Cariplo

Largo Gustav Mahler

tel. 02.83389.401/2/3 (orario biglietteria: a martedì a domenica 14.30 – 19.00)

Date concerti

Giovedì 10 maggio 2012 ore 20.30

Venerdì 11 maggio 2012 ore 20.00

Domenica 13 maggio 2012 ore 16.00

Biglietti

Euro 31,00/23,50/18,00/13,00

Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi

Ufficio Stampa

Massimo Colombo

Tel.  +39 02 83389.329 – 393 5285464

ufficiostampa@laverdi.org

massimo.colombo

Informazioni su Francesco Tadini

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