Esordisce con laVerdi il direttore Darrell Ang, (Singapore 1978). E lo fa con Mendelssohn e Flavio Testi (Firenze 1923). Programma: Felix Mendelssohn, Sogno di una notte di mezza estate op. 21 e 61; Ouverture, Intermezzo, Notturno, Scherzo, Marcia nuziale – Flavio Testi, Sacrae Symphoniae per soli, coro e orchestra – Felix Mendelssohn, Sinfonia n. 4 in La maggiore Italiana. Appuntamento con il 35° programma della stagione sinfonica giovedì 31 maggio (ore 20.30), venerdì 1 (ore 20.00) e domenica 3 giugno (ore 16.00), all’Auditorium di Milano di largo Mahler (info e prenotazioni: 02.83389401/2/3, www.laverdi.org). Sul palco, naturalmente, l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, insieme con l’ensemble corale, diretto da Erina Gambarini. >>
Saranno le note dolci e trascinanti a un tempo del Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn ad aprire il concerto; seguiranno le pagine ad effetto della Sacrae Symphoniae di Testi, con l’intervento delle voci soliste Anna Carbonera (soprano), Gianluca Bocchino (tenore), Abramo Rosalen (basso); per concludere con la Quarta Sinfonia Italiana del compositore romantico tedesco, diretta espressione musicale del fascino del Belpaese.
Programma
Le musiche di scena composte su incarico del re Federico Guglielmo IV di Prussia per il Midsummer Night’s Dream di Shakespeare (rappresentato il 14 ottobre 1843 al Palazzo di Postdam) portano la firma di un Mendelssohn nel pieno della maturità creativa, anche se l’autore riprende per l’occasione – come l’aveva composta a 17 anni nel 1826 e pubblicata nel 1830 – l’ouverture nata dal suo entusiasmo di adolescente per il fiabesco capolavoro del Bardo. Questa composizione (per M. la prima del genere) aveva inaugurato un’idea dell’ouverture da concerto assai prossima a quella assunta successivamente dal poema sinfonico: in essa è adombrata una sintesi ideale dei temi del dramma che, per l’abbondanza delle proposte melodiche e la disposizione degli episodi, finisce per influenzare la stessa condotta formale, in sé rispettosa degli schemi classici della sonata. La strumentazione tradisce le suggestioni di un romanticismo fatato e aereo, fatto di suoni trasparenti e lievissimi, pressoché inediti per l’epoca. Su questa linea si articolano i dodici pezzi (comprese due arie e vari melologhi di raccordo), tutti improntati a un’interpretazione tipicamente romantica della commedia shakespeariana.
Ascoltate attentamente l’inizio di Sacrae symphoniae di Flavio Testi, di grandissimo effetto. La mente va ad attacchi ex abrupto come l’inizio del Dies irae del Requiem di Verdi o dello straussiano Also sprach Zarathustra. Come in Verdi, il suono dell’orchestra si fa teatro anche in assenza di una rappresentazione vera e propria. La scena immaginaria evocata dalla musica di Testi esprime l’horror sacer con tutti gli elementi tradizionali che lo riguardano: attacco in fortissimo, urti dissonanti (di semitono), ottoni apocalittici, note ribattute, intervallo di trìtono (diabolus in musica) continuamente riproposto, silenzio improvviso. Per verbalizzare questa drammaticissima situazione, il compositore (responsabile anche della scelta dei testi) utilizza un passo dell’Epistola ai Gàlati di san Paolo: Christo confixus sum cruci (“Sono crocifisso sulla croce con Cristo”), intonato dal coro che segue il profilo intervallare degli ottoni.
Stupisce l’efficacia retorica della partitura. Volendo tentare un confronto con il mondo della musica moderna, si potrebbe far riferimento al Canticum sacrum di Stravinskij eseguito nella basilica di San Marco a Venezia nel 1956. Non solo per la pregnanza degli ottoni sacramentali (anche lì 4 trombe + 4 tromboni), ma pure per la struttura in cinque parti che si suole associare alle cinque cupole della chiesa in cui venne per la prima volta eseguita. D’altronde anche Testi allude a qualcosa di veneziano nella sua composizione del 1987: il titolo Sacrae symphoniae rinvia infatti a una celebre raccolta di Giovanni Gabrieli, stampata a Venezia nel 1597. Ma, come afferma lo stesso compositore, ogni atteggiamento retrospettivo – presente eccome nella straordinaria sintesi stravinskijana – è assente nella composizione di Testi. Il linguaggio di quest’ultimo resta diretto, viscerale, elementare. Se lo Stravinskij del Canticum agisce nel quadro della dodecafonia, Testi sembra rifiutare nel Sacrae Symphoniae ogni costruttivismo troppo rigido, fondato sulla predeterminazione del materiale. Il suo è piuttosto un montaggio di effetti.
Come ogni artista tedesco, anche Mendelssohn subì il fascino della terra dove fioriscono i limoni; e nel 1830-31 compì il suo viaggio in Italia, fermandosi a Roma, dove strinse amicizia con Berlioz, e a Napoli. Proprio a questo periodo risalgono i primi abbozzi della Sinfonia in la maggiore che M. non si risolse mai a pubblicare, nonostante le numerose revisioni cui la sottopose successivamente, e che pertanto venne pubblicata postuma, come Quarta, mentre in realtà si trattava della sua terza sinfonia, terminata nel 1833, la cui prima esecuzione era avvenuta alla Società Filarmonica di Londra il 13 maggio di quello stesso anno, sotto la direzione dell’autore. Prima ancora delle pure importantissime allusioni al folclore italiano, in questa sinfonia occorre rilevare la straordinaria sicurezza della forma, che la rende gemella della successiva sinfonia Scozzese. Queste due opere formano una coppia di composizioni in cui la ricognizione degli schemi classici è compiuta con originalità tanto maggiore quanto più solido è il controllo dei problemi costruttivi. Quasi sempre lievi ed estremamente stilizzati, i riferimenti italiani della Quarta sono fusi, pur nell’accurata elaborazione tematica, in un organismo perfettamente scorrevole e funzionale. Il piglio brillante e l’animata eccitazione del primo tempo non intaccano la raffinata costruzione di una forma-sonata ricca di proposte e sfumature, e lavorata con profonda attenzione anche dal punto di vista contrappuntistico. Il secondo tempo è costruito su un canto di processione, passaggio quasi obbligato nelle escursioni musicali italiane dei romantici, col suo carattere vagamente popolaresco, con certi suoi andamenti di danza. Scorrevole e melodico risulta anche il terzo tempo, che acquista vaghezza dall’indecisione intrinseca del modulo metrico utilizzato, ben definito e tuttavia oscillante fra il minuetto, lo scherzo e persino il valzer. Il Saltarello rende un omaggio conclusivo, fresco e scintillante, al mito di una latinità solare, orgiastica, impetuosa.
Biografie
Erina Gambarini, Direttore del Coro. Figlia d’arte, ha iniziato la sua attività artistica a 13 anni al Teatro alla Scala di Milano, come voce bianca, protagonista nell’opera di Britten Il giro di vite.
Dopo alcuni anni di intensa attività solistica, ha proseguito lo studio del pianoforte con il padre, lo studio del canto, come soprano, con Teresa Stich Randall a Vienna, direzione interpretazione corale e musica da camera con Marcel Couraud, tecnica vocale e interpretazione con Schmidt-Gaden. Ha collaborato con la RSI, la RAI, la Fenice di Venezia, Teatro Sociale di Como, Teatro Olimpico e Valle di Roma, Teatro Carignano di Torino, Verdi di Trieste, La Pergola di Firenze, Teatro Grande di Brescia. Ha inciso numerosi CD per Nuova Era, Carrara e Ricordi. Nel 1989 fonda il gruppo corale Canticum Novum, che in pochi anni si distingue per la qualificata e ricca attività artistica e parallelamente dirige vari gruppi strumentali. Nel 1996 inizia la sua collaborazione con il Maestro Romano Gandolfi, che nel 1998 la chiama come sua assistente e maestro del coro in occasione della costituzione del Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, incarico che ricopre tuttora. Ha collaborato con molti direttori d’orchestra, tra i quali Riccardo Chailly, Claudio Abbado, Gianandrea Gavazzeni, Aldo Ceccato, Ettore Gracis, Oleg Caetani, Claus Peter Flor, Christopher Hogwood, Rudolf Barshai, Vladimir Jurowski, Helmuth Rilling, Leonard Slatkin, Nevil Marriner, Roger Norrington, Vladimir Fedoseyev, Robert King.
Dal 1997 è membro dell’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo per i suoi meriti artistici.
Darrell Ang. Vincitore della 50° edizione della Besançon International Competition nel 2007, è stato insignito del Grand Prix dall’illustre giuria composta, tra gli altri, da Michel Plasson e Yan-Pascal Tortelier, del Prix du Public come artista favorito dal pubblico così come dai musicisti dell’orchestra. E’ stato inoltre vincitore della nona edizione del Concorso Internazionale per Direttori d’Orchestra Antonio Pedrotti nel 2006, mentre nel2008 ha vinto l’ottava edizione dell’Arturo Toscanini International Conducting Competition.
Nato a Singapore nel 1978, ha studiato al Conservatorio di San Pietroburgo e alla Yale University. I suoi insegnanti sono stati Jorma Panula, Sir Colin Davis e Lorin Maazel. Nel 2001, haco-fondato e diretto la St. Petersburg ChamberPhilharmonic ed è stato spesso Direttore Ospite della St. Petersburg Opera, dove ha diretto Traviata, Le nozze di Figaro e The Rape of Lucretia di Britten; inoltre ha diretto la Rimsky-Korsakov State Opera & Ballet Theatre, dove ha dove ha lavorato con i solisti provenienti dal Mariinsky Theatre Academy of Young Singers. Lunga e ininterrotta è la catena di presenze con alcune tra le maggiori orchestre europee ed asiatiche; nel Vecchio Continente – oltre a laVerdi a Milano – ricordiamo la Konzerthausorchester di Berlino, la Wiener Kammerorchester di Vienna, la Residentie Orkest all’Aia, la Copenhagen Philharmonic e la St. Petersburg Philharmonic, mente in Asia è di casa alla Taiwan National Symphony Orchestra, la Taipei Symphony Orchestra così come la Hong Kong Sinfonietta.
Ang è stato inoltre nominato Direttore Musicale della Orchestre de Bretagne, a far data dalla stagione 2012-2013.
Flavio Testi, compositore di musica contemporanea classica e musicologo, nasce a Firenze il 4 gennaio 1923. Studia con Gedda e Peracchio al Conservatorio di Torino, e nel 1951 si laurea in storia dell’arte all’Università di Stato di Milano. Lavora per Suvini Zerboni e Ricordi mentre compone e persegue il suo interesse per la Storia della musica, e lavora per la Rai. Dal 1972 si dedica ad attività educative, insegnando Storia della musica al Conservatorio di Padova e in seguito ai Conservatori di Milano e Firenze.
E’ stato direttore Artistico del Maggio Musicale Fiorentino al Teatro Comunale di Firenze, all’interno della triade straordinaria costituita da lui stesso, da Massimo Bogianckino (sovrintendente) e di Riccardo Muti (direttore musicale).
Come compositore, la sua musica è influenzata da Stravinsky che fonde con la sua drammatica sensibilità. Tutto ciò risulta particolarmente evidente nel suo primo lavoro orchestrale, Concerto (1954) e in Divertimento (1956). Ed è proprio del ’54 la prima alla Scala di Crocifissione, che gode di immediato successo. La particolare espressività di Crocifissione così ben accolta lo porta tre anni dopo a proseguire questo stile in Stabat mater e in New York oficina y denuncia ,opera nella quale denuncia la disumanizzazione dell’ambiente della metropoli moderna; il lavoro coincide con la conversione di Testi al marxismo. Nel 1967, sullo stesso tema affrontato in New York oficina y denuncia, Testi compone Canto a las madres de los milicianos muertos da Neruda e Cori di Santiago (1975). In seguito, le opere di Testi evolvono verso momenti di violento realismo scenico-musicale, come ad esempio ne L’albergo dei poveri (1966), ne Il sosia (1981) e in Riccardo III (la Scala, 1987). In anni recenti compone Mariana Pineda (2007), la cui prima va in scena a Erfurt.
In generale lo stile di Testi, più che aderire al radicalismo dell’avanguardia postweberniana, rielabora e riflette, non senza eclettismo, sulle conquiste cruciali del ventesimo secolo, da Stravinsky e Bartòk al primo Schönberg.
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Stagione Sinfonica 2011-2012
giovedì 31 maggio, venerdì 1, domenica 3 giugno 2012
Auditorium di Milano – largo Mahler
Il Sogno e l’Italiana di Mendelssohn:
eleganza, impeto romantico, serenità
Felix Mendelssohn
Sogno di una notte di mezza estate op. 21 e 61
Ouverture, Intermezzo, Notturno, Scherzo, Marcia nuziale
Flavio Testi
Sacrae Symphoniae per soli, coro e orchestra
Felix Mendelssohn
Sinfonia n. 4 inLa maggiore Italiana
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Auditorium di Milano Fondazione Cariplo abbraccia lo studio della composizione
Largo Gustav Mahler
tel. 02.83389.401/2/3 (orario biglietteria: a martedì a domenica 14.30 – 19.00)
Date concerti
Giovedì 31 maggio 2012 ore 20.30
Venerdì 1 giugno 2012 ore 20.00
Domenica 3 giugno 2012 ore 16.00
Biglietti
Euro 31,00/23,50/18,00/13,00
Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
Ufficio Stampa
Massimo Colombo
Tel. +39 02 83389.329 – 393 5285464
Discussione
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