LaVerdi – Pianoforte Roberto Cominati, Direttore Zhang Xian. Stagione Sinfonica 2011-2012: giovedì 7, venerdì 8, domenica 10 giugno 2012. Auditorium di Milano – largo Mahler. Programma concerto: Carl Maria von Weber Il franco cacciatore Ouverture; Ludwig van Beethoven Concerto per pianoforte e orchestra n.4 in Sol maggiore op. 58; Johannes Brahms Sinfonia n.4 in Mi minore op. 98. > c. stampa > Il Maestro Zhang Xian, direttore musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, è al suo tredicesimo appuntamento stagionale con laVerdi, all’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo di largo Mahler, giovedì 7 (ore 20.30), venerdì 8 (ore 20.00) e domenica 10 (ore 16.00) giugno 2012 (info e prenotazioni: 02.83389401/2/3, www.laverdi.org). >>
Insieme con l’orchestra e il suo conductor Zhang Xian, torna anche il pianista Roberto Cominati, graditissimo ospite de laVerdi alla seconda performance in stagione con l’ensemble dell’Auditorium, che eseguirà il Concerto n. 4 per pianoforte e orchestra del genio di Bonn, dopo il successo dello scorso novembre con l’esecuzione del Concerto n. 2, concludendo così l’integrale dei concerti beethoveniani, tra i cicli distintivi di questa stagione sinfonica 2011-2012.
L’interpretazione di Cominati si inserisce tra due parti sinfoniche: si comincia con la sontuosa Ouverture da Il franco cacciatore di Weber, opera costantemente rappresentata in Germania ma assai poco conosciuta a Sud delle Alpi; per finire con la grandiosità del sinfonismo romantico di Brahms e della sua Quarta.
Programma
Il franco cacciatore, opera romantica, costò a Carl Maria von Weber Eutin, Lubecca 1786 – Londra 1826) molti anni di lavoro. Il soggetto aveva interessato il compositore fin dal 1809; la composizione venne però iniziata solo nel 1817 e terminata nel 1821, sotto la direzione dello stesso Weber, ottenendo una tiepida accoglienza. Il successo entusiastico, e definitivo, arrivò poco dopo, a Vienna. Ancor più celebre dell’opera, che venne e viene regolarmente rappresentata solo in Germania, è l’Ouverture in do maggiore di forma tradizionale (introduzione e allegro bitematico e tripartito). Nella introduzione, dopo poche battute di carattere interrogativo e tutte giocate sulla dinamica, Weber sfodera una di quelle trovate che vengono definite col termine, improprio ma efficace, di “gesto sonoro”, ossia di evento di tale plasticità da imporsi subito all’attenzione dell’ascoltatore, fissandosi nella sua memoria. Del resto, di grandi gesti sonori sono disseminati i lavori sinfonici di Beethoven nel primo decennio dell’Ottocento, e in questo senso non si sbaglia dicendo che Weber, nel Franco cacciatore, guardi con molta attenzione allo stile espositivo di Beethoven, e che l’ouverture dell’opera sia di quanto più beethoveniano egli abbia scritto. Il grande “gesto sonoro” è il dialogo dei quattro corni accompagnati dagli archi, che definisce subito l’ambiente boschivo e popolaresco dell’opera, essendo il corno strumento da caccia e da segnali. Nel Molto vivace si nota subito il carattere beethoveniano del primo gruppo tematico (e beethoveniana per antonomasia è la tonalità: do minore). Un lungo recitativo del clarinetto porta al secondo tema, che ritornerà nella grande “scena ed aria“ di Agata nel secondo atto dell’opera. Nella riesposizione il secondo tema verrà ripreso in tono trionfale, simboleggiando la morale dell’opera a cui il pubblico sta per assistere: la vittoria dell’innocenza e della purezza di Agata sul male, personificato dal diabolico Kaspar.
Dedicato all’arciduca Rodolfo d’Austria, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 fu composto da Ludwig van Beethoven (Bonn 1770 – Vienna 1827) tra il 1805 e la fine del 1806, assieme al Fidelio (prima versione) e alla Quinta Sinfonia; fu eseguito la prima volta, con il compositore al pianoforte, nel marzo 1807 a palazzo Lobkowitz e quindi in pubblico il 22 dicembre 1808 al Teatro An der Wien. Tornando al genere concertistico dopo un intervallo di cinque anni, Beethoven rivoluziona i tradizionali rapporti fra solista e orchestra, in particolare muovendo con imprevedibile fantasia lo schema della doppia esposizione (prima da parte dell’orchestra, poi da questa assieme al solista) cara al concerto classico. Nel Quarto Concerto è il pianoforte che da solo espone il primo tema, quasi preludiando, ed è ripreso poi dall’orchestra secondo le leggi dello sviluppo tematico fissate una volta per sempre nella Quinta Sinfonia. Ma sotto lo stimolo dello strumento prediletto, il pianoforte appunto, si trovano spunti divergenti che nella logica delle sinfonie non potevano trovare posto. Sicchè questo primo movimento (Allegro moderato), nel quale non si fa mai uso dei timpani, anticipa il clima meno perentorio e più disponibile all’indugio momentaneo dei decenni posteriori. Emblematico invece del Beethoven centrale è l’Andante con moto, un urto frontale tra due mondi incomunicabili: la violenza dell’orchestra (archi soli) e il raccoglimento poetico del pianoforte con il suo andamento “corale”. La tensione quasi traumatica della pagina si dissolve nel finale (Vivace), un Rondò mescolato con la forma sonata i sovrana eleganza, che ribadisce l’originalità di tutto il concerto nel frequente, liberatorio impiego solistico di strumenti in dialogo con il pianoforte.
Composta da Johannes Brahms (Amburgo 1833 – Vienna 1897) tra il 1884 e il 1885, la Sinfonia n. 4 fu eseguita la prima volta a Meiningen il 25 ottobre 1885 sotto la direzione dell’autore. Il primo movimento inizia con un elegantissimo tema affidato ai violini in ottava, esposto con tutta semplicità, sulla base del quale si passa subito a un progressivo intrecciarsi contrappuntistico di linee che tendono la melodia fino ad accenderla di toni appassionati. A questo primo episodio ne segue un altro, quasi in funzione interlocutoria, consistente nell’accostamento di idee diverse, in genere di breve durata. Terminata l’esposizione, anziché passare direttamente allo sviluppo, Brahms ripresenta il primo tema nella tonalità originale. Ribadita l’idea di base, l’effettivo sviluppo viene avviato in una grandiosa elaborazione di tutti gli elementi fin qui ascoltati. La ripresa riproduce l’esposizione pressochè integralmente e si collega a un’imponente coda nuovamente introdotta dall’idea iniziale. Il tempo lento risponde a un criterio compositivo analogo, basato sul ritorno incessante di un tema esposto qui inizialmente con massima nettezza dai corni. Tra un ritorno e l’altro di questo tema, si collocano le idee musicali più diverse., che seguono il principio supremo della variazione portato a un grado di estrema preziosità, non essendovi elemento che non sia ricavato dal tema così apparentemente semplice dell’inizio. Il terzo movimento, benchè abbia il carattere e l’andamento ritmico di uno scherzo (però in 2/4), presenta tuttavia affinità formale coi tempi precedenti, conserva cioè la forma-sonata, iniziando la zona dello sviluppo con la ripetizione del tema iniziale. Il culmine di questa complessità formale e di scrittura è raggiunto nel finale, che consiste in un seguito di 36 variazioni. Su questo impianto sapiente, Brahms innesta una prodigiosa ricchezza di idee musicali: nel rapido susseguirsi delle variazioni si aprono infatti spazi alla cantabilità appassionata, ai modi tzigani, all’evocazione pastorale.
Biografie
Nel 2011-2012 Zhang Xian è Direttore Musicale de laVerdi (Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi) per la terza stagione consecutiva, carica recentemente confermata fino alla stagione 2014-2015. Zhang Xian è inoltre Direttore Artistico della NJO/Dutch Orchestra e dell’Ensemble Academy, con cui ha tenuto il suo primo corso estivo nell’agosto 2011.
Prima di tale incarico, è stata Direttore Associato della New York Philharmonic (prima titolare della Arturo Toscanini Chair) per tre anni, dopo esserne stata Direttore Assistente.
Sempre più richiesta come direttore ospite in Europa, tra i suoi futuri impegni ricordiamo le esibizioni con i Wiener Symphoniker, l’Orchestre Philharmonique de Radio France, così come conla London Symphony, Oslo Philharmonic, Royal Stockholm Philharmonic, BBC Scottish Symphony e Gothenburg Symphony Orchestra. Inoltre tornerà a dirigerela Royal Concertgebouw Orchestradi Amsterdam nel 2013-2014.
Nonostante ora abiti di base proprio a Milano, mantiene rapporti continui e continuativi con il Nord America. Gli impegni della scorsa stagione negli Stati Uniti hanno incluso, tra l’altro,la National Symphony Orchestradi Washington ela Chicago Symphony Orchestra, mentre il calendario della presente e della futura stagione prevede esibizioni con le orchestre sinfoniche di New Jersey, Cincinnati, Pittsburgh, Seattle, Atlanta e Indianapolis. Significativo è il un forte legame con l’orchestra della Juilliard School e di recente ha presentato la prima mondiale di un nuovo lavoro di Augusta Read Thomas al Lincoln Center di New York City.
Come direttore d’opera, Zhang Xian ha fatto un sensazionale debutto con La bohème per la English National Opera nella primavera 2007, dove ritornerà nella Stagione 2013-2014. Ha diretto Turandot a Beijing nel maggio 2009. Debutterà con la De Nederlandse Opera nel gennaio 2012 in una rappresentazione con due opere e la regia di Robert Lepage: Renard e Le Rossignol di Stravinskij. Impegni futuri includono il suo debutto al Teatro alla Scala nella Stagione 2013-14 e recite di Turandot allo Schleswig Holstein Festival nell’estate 2012.
Zhang Xian ha promosso compositori cinesi, in particolare le opere di Chen Yi (tra cui Momentum). Nel maggio 2008 ha completato un grande tour della Cina con sei concerti con l’Orchestra della Juilliard School, tour durante il quale Ge Xu di Chen Yi è stato rappresentato a Shanghai, Beijing e Suzhou. Ha anche diretto Fanfare di Huang Ruo conla New York Philharmonic. Farà ritorno in Cina nell’aprile 2012 per dirigerela China Philharmonic ela Guanghzhou Symphony.
Nata a Dandong in Cina, Zhang Xian ha debuttato professionalmente a vent’anni con Le nozze di Figaro alla Central Opera House di Beijing. Si è formata al Conservatorio Centrale di Beijing, ottenendo sia la Laurea sia il Master of Music; in seguito, ha insegnato direzione d’orchestra, prima di trasferirsi negli Stati Uniti nel 1998.
La vittoria al Maazel/Vilar Conducting competition nel2002 hadefinitivamente lanciato la sua carriera internazionale.
All’indomani del suo recital al Festival di Salisburgo, così scriveva la Salzburger Nachrichten «…Inesauribili i suoi colpi sfumati quando esplora la preziosità di Debussy nella sua incantevole atmosfera di suono, affascinante la mistura di calore e di fine tecnica nel Tombeau de Couperin di Ravel, memorabile la sua passionale freddezza nell’ondeggiante e poco profonda trascrizione della Valse…». Nato a Napoli nel 1969, Roberto Cominati ha cominciato giovanissimo lo studio del pianoforte, partecipando già dal 1976, con i più alti riconoscimenti, ai più importanti concorsi pianistici italiani, e ottenendo a otto anni l’ammissione per meriti speciali al Conservatorio S. Pietro a Majella. Ha studiato dal 1984 con Aldo Ciccolini all’Accademia Superiore di Musica “Lorenzo Perosi” di Biella e dal 1989 con Franco Scala all’Accademia Pianistica “Incontri col Maestro” di Imola. Vincitore del Primo premio al Concorso Internazionale “Alfredo Casella” di Napoli nel 1991, nel 1993 si è imposto all’attenzione della critica e delle maggiori istituzioni concertistiche europee con il Primo premio al Concorso Internazionale “Ferruccio Busoni” di Bolzano.
Nel 1999 haottenuto il Prix Jacques Stehman del pubblico della RTFB e della TV5 France, nell’ambito del Concours Reine Elisabeth di Bruxelles. Dopo i premi prestigiosi, Roberto Cominati ha intrapreso una carriera intelligente, senza disperdersi in un’attività frenetica ma privilegiando orchestre e direttori di rango, un repertorio stimolante e persino alcune passioni extramusicali, come quella del volo, che testimoniano di una grande apertura mentale. Ospite delle più importanti società concertistiche italiane e di istituzioni quali il Teatro alla Scala di Milano, il Comunale di Bologna, la Fenicedi Venezia, il Maggio Musicale Fiorentino, il San Carlo di Napoli, l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’Accademia Chigiana di Siena e il Festival dei Due Mondi di Spoleto, ha suonato al Théâtre Châtelet di Parigi, al Kennedy Center di Washington, al festival di Salisburgo, a Berlino, in Inghilterra, Giappone, Australia, Belgio, Olanda, Finlandia. Ha collaborato con molti celebri direttori d’orchestra, fra i quali Sir Simon Rattle, Andrey Boreyko, Leon Fleisher, Daniel Harding, Yuri Ahronovitch, David Robertson, Aleksandr Lazarev. Nel 2011 è uscita per Amadeus l’integrale pianistica di Maurice Ravel.
Cominati ha eseguito con l’Orchestra Verdi, nel novembre 2011, il Concerto n. 2 di Beethoven.
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Auditorium di Milano Fondazione Cariplo
Largo Gustav Mahler
tel. 02.83389.401/2/3 (orario biglietteria: a martedì a domenica 14.30 – 19.00)
Date concerti: Giovedì 7 giugno 2012 ore 20.30 – Venerdì 8 giugno 2012 ore 20.00 – Domenica 10 giugno 2012 ore 16.00
Biglietti: Euro 31,00/23,50/18,00/13,00
Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
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